San Pietro all’Olmo, frazione di Cornaredo, e’ un paese posto ad una decina di chilometri da Milano, sull’antica strada romana “ad vercellas” che collegava Milano alle Gallie, toccando Novara e Vercelli e proseguendo fino ai valichi del Grande e del Piccolo San Bernardo.
Diverse sono le ipotesi sulle sue origini.
Una di esse, tuttora da verificare, fa pensare ad un primo insediamento ad opera dei Celti attorno al 600 a.C. mentre alcuni secoli dopo, nel IV secolo d.C. e’ una leggenda romana a indicare una localita’ detta “ad ulmos”, che potrebbe identificare il nostro paese.
Non volendo dare troppo adito alle leggende, l’ipotesi piu’ probabile fa risalire all’epoca longobarda la costruzione di una piccola chiesetta campestre attorno alla quale vi erano evidentemente alcune abitazioni.
La primitiva cappella forse dedicata a San Pietro (cui i Longobardi erano molto devoti) sorse probabilmente (solo uno scavo archeologico potrebbe confermare l’ipotesi) nello stesso luogo dove si trova l’attuale Chiesa Vecchia (le cui mura sono invece databili tra il 950 e il 1050) e potrebbe aver dato il nome al paese, tenendo conto sia del Santo cui era dedicata che della zona dove era ubicata, allora certamente ricca di alberi di olmi.

monastero

Nel 1170, a fianco della Chiesa sorse un Monastero, fondato dal nobile prelato milanese Umberto Crivelli, che in seguito divenne Arcivescovo di Milano e Papa con il nome di Urbano III.
La vita del monastero, cosi’ prestigioso da ospitare addirittura Papa Innocenzo IV di ritorno da Lione nel 1251, diede certamente notevole impulso allo sviluppo del paese e prosegui’ fino al 1542, quando venne improvvisamente e inspiegabilmente soppresso per essere trasformato in Abbazia Commendataria.
Con la morte di Antonio Eugenio Visconti, ultimo Abate Commendatario, nel 1788 anche l’Abbazia Commendataria fu soppressa e i suoi beni incamerati dallo Stato, che procedette qualche anno dopo (1794) a vendere fabbricati e terreni ad un facoltoso borghese di Desio, Antonio Villa. Nel 1843 la Chiesa Vecchia assurse al ruolo di Parrocchia mentre dell’antica canonica restarono solamente alcuni ambienti trasformati dallo scorrere degli anni in abitazioni private tuttora abitate.

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Degne di nota sono anche alcune ville, tutte adiacenti a meravigliosi parchi che costituiscono il “polmone verde” del paese.
Villa Dubini, costruita nella seconda meta’ del ‘600 dai marchesi Busca, in seguito ricostruita nella seconda meta’ del ‘700 e passata poi ai Villa di Desio (gli stessi della canonica) nel 1809 prima di essere acquistata ad inizio novecento dalla famiglia Dubini, attuale proprietaria.

Villa Balossi-Restelli, costruita nella prima meta’ dell’ottocento dalla famiglia Gavazzi inglobando una precedente costruzione dei marchesi Busca (la “Trattoria del cervo” del 1735). I Gavazzi cedettero poi la villa ai Balossi-Restelli, attuali proprietari, all’inizio del ‘900. Infine villa Zoja, edificata nel XVII secolo e acquistata dalla famiglia milanese dei Grandazzi nel 1737. Nei pressi della villa, i Grandazzi costruirono probabilmente sul finire del settecento una piccola chiesetta pubblica, dedicata alla Beata Vergine Maria Immacolata. Nell’ottocento, per legami matrimoniali, ai Grandazzi succedettero gli Zoja, attuali proprietari della villa.

Notizie tratte da “Sancti Petri ad Ulmum” di Graziano Vanzulli